Riduzione anatomica della frattura sotto controllo dell’amplificatore di brillanza. Montare il primo filo sull’apposito mandrino a mano. Sagomare la punta del filo in modo da avere una modica convessità che segua la sagoma della punta a sci.
Nelle fratture metafisarie prossimali dell’omero e nelle fratture lussazioni dell’estremo prossimale dell’omero si utilizzano tre fili introdotti a livello della V deltoidea.
1) Si perfora la cute e si raggiunge il segmento scheletrico da trattare con lo spigolo tagliente rivolto verso la corticale. |
|||||||
2) Si eseguono piccoli movimenti rotatori fino a perforare la corticale esterna. | |||||||
3) Ruotare di 180° il filo e battendolo con apposito battitore portare la parte sagomata a sci della punta a contatto della corticale interna controlaterale. | |||||||
4) Per facilitare l’introduzione e sagomare ulteriormente il filo, fare leva poggiando la punta contro la corticale interna. Fatto ciò, battere leggermente il filo fino ad oltrepassare il focolaio di frattura ed arrivare al corretto posizionamento. |
|||||||
|
|||||||
6) Piegare le estremità dei fili che fuoriescono dalla cute di circa 90°, per facilitare l'applicazione del morsetto. |
|||||||
In caso di accesso prossimale si utilizza la stessa metodica adottata per l’accesso distale. Anche in questo caso ogni filo viene bloccato con una singola vite al multimorsetto. |
|||||||
È possibile utilizzare Multifix anche in presenza di fratture metacarpali, metatarsali o di falangi, applicando la stessa tecnica utilizzata per por - zioni ossee di maggiori dimensioni. |
|||||||
Frattura I°, II°, III°, IV° V° metacarpo |
|||||||
|
|||||||
|
|||||||
|